
Chi siamo
Siamo napoletani e napoletane. Emigranti, emigrat* che ritornano, o abitanti di questa città che non vogliono doversene andare. Siamo soprattutto giovani – ma non solo – persone attive in percorsi politici, sindacali e dei movimenti sociali, dell’associazionismo, ricercatori/trici, insegnanti, educatori, operatori sociali, professionisti in diversi campi, medici, lavoratori/trici precari dei servizi, delle industrie culturali e della notte, freelance della comunicazione, imprenditori e commercianti, scrittrici e giornalisti, architetti ingegneri e progettisti, artist*, ma anche i numeri in carne e ossa che compaiono nelle statistiche della disoccupazione e dell’inoccupazione: siamo, in breve, coloro che danno linfa vitale alla città.
Siamo persone che vogliono mettere a disposizione le proprie energie e competenze, organizzarsi e contare, assumersi responsabilità, conquistare spazio, prendersi cura di questa terra, ricambiare quello che questa città ci ha dato e contribuire a scriverne il futuro.
Cosa vogliamo fare
Napoli deve guardare avanti. Senza una visione del futuro, proiettata sul prossimo decennio, inserita in un contesto euro-mediterraneo e mondiale attraversato da conflitti e trasformazioni radicali, la città brancola nel buio dell’assenza di progettualità, dell’incompetenza, degli interessi particolari. Allo stesso tempo, senza i piedi e le mani, di donne e uomini abituati a darsi da fare, ben piantati nel presente, nel vivo dei problemi, delle contraddizioni e degli sforzi quotidiani, qualsiasi visione è destinata a tramutarsi in frustrazione, delega, delusione e apatia. La nostra è una chiamata alla presa di parola e all’azione, che si traduce in un orizzonte e che parte da alcune basilari premesse.
[1] Napoli ha bisogno di un ricambio generazionale e progettuale nella classe dirigente, politica, istituzionale, professionale, culturale e imprenditoriale.
[2] È urgente mettere fine alla stagione dell’austerity e dello strangolamento debitorio degli enti locali: vogliamo un’autonomia democratica effettiva basata sulla capacità di spesa degli enti locali.
[3] Il nostro obiettivo è costruire un’agenda pubblica per il governo della città, che coniughi visione e progettualità, che contrasti gli abusi e gli interessi privatistici, le disuguaglianze e il disfacimento del tessuto cittadino e dei rapporti sociali, mettendo al centro il benessere della collettività e la giustizia sociale: i diritti sociali e civili, il diritto all’abitare, all’istruzione, il welfare e i servizi pubblici, l’ammodernamento delle reti dei trasporti e delle infrastrutture basato sui principi della mobilità sostenibile, la salute pubblica e la qualità della vita del lavoro e del tempo libero, la tutela del patrimonio pubblico e dei beni culturali, la riconversione ecologica e la protezione dell’ambiente, l’innovazione sociale e politica, la regolamentazione dell’industria turistica, i beni comuni come il mare, la creazione di opportunità lavorative ed esistenziali.


Come fare
Vogliamo aprire un grande dibattito politico e attivare la partecipazione di intelligenze, energie, relazioni, che troppo spesso sono rimaste al margine delle decisioni.
Vogliamo costruire un laboratorio di idee, organizzare la partecipazione e un confronto permanente sulla città per i prossimi anni, e prendere posizione sui passaggi delle elezioni amministrative (come la definizione dei programmi e delle candidature nelle liste elettorali per il sindaco, per il consiglio comunale e per le municipalità), perché non siano patrimonio di pochi, ma rappresentino persone, sofferenze ed energie, normalmente escluse dai processi decisionali, e che sono una potenza inespressa e soffocata.
Vogliamo scrivere collettivamente un manifesto che definisca l’agenda politico-amministrativa della città di Napoli per il prossimo decennio (contesto, proposte e azioni).
Vogliamo produrre una discontinuità, un’opportunità alternativa alla palude del dibattito politico attestato sulla mediocrità, partire dalle idee e dalle persone, piuttosto che dalle nomenclature e dalle rendite di posizione.
Perché tutto ciò sia possibile, riteniamo necessario lavorare anche con un respiro lungo. Immaginare nuove istituzioni democratiche e partecipative, accessibili e prossime alla cittadinanza, accompagnate da strumenti per la cooperazione sociale, il mutualismo e l’impresa sostenibile. E queste nuove istituzioni devono essere la cornice di un’agenda politica e amministrativa innovativa, con programmi e incarichi basati sulle competenze e sulle responsabilità, sull’effettività e il vincolo del mandato popolare.
Vogliamo una piattaforma digitale municipale per la partecipazione politica e la cooperazione che indirizzi e accompagni l’azione amministrativa e le azioni sociali sui territori, perché la democrazia non si esaurisce nel giorno del voto, e la partecipazione ha bisogno di strumenti e relazioni con caratteristiche credibili e affidabili.